WordPress è un CMS molto flessibile con cui si può sviluppare di tutto da semplici landing page, a siti istituzionali per arrivare ad ecommerce molto complesse. La sua curva di apprendimento è molto rapida, e nell’articolo di oggi voglio andare a focalizzare l’attenzione su quelli che sono i settaggi SEO per ottimizzare al meglio WordPress attraverso questa guida che ti spiegherà passo passo ogni operazione da fare dopo aver installato il CMS.
Abilitiamo l’accesso ai motori di ricerca
La prima cosa da fare è quella di rendere aperto il sito alla scansione, ed indicizzazione, da parte dei motori di ricerca. Questo avviene in maniera molto rapida, basterà entrare nella sezione “Impostazioni” —> “Lettura”, scorrere in fondo nella pagina e trovare la voce “Visibilità sui motori di ricerca” e rimuovere la spunta dal checkbox “Scoraggia i motori di ricerca ad effettuare l’indicizzazione di questo sito”. Fatto questo il nostro sito potrà essere indicizzato.
La struttura dei permalink
Dopo aver dato la possibilità al motore di ricerca di indicizzare il nostro sito il secondo passo da fare è quello di definire dei permalink (URL) che siano SEO friendly, anche in questo caso siamo sempre sotto il menù “Impostazioni” —> “Permalink”.
Le scuole di pensiero sono varie personalmente amo la struttura personalizzata più semplice che esiste ovvero solo /%postname%.html come si può notare aggiungo anche il .html nel finale, tale suffisso viene associato solo agli articoli, pagine e categorie non prenderanno questa opzione.
Sempre in questa sezione troviamo delle opzioni facoltative, qui se vogliamo possiamo accorciare la base delle categorie associate agli articoli, quindi anzichè far scrivere l’intera parola /categoria/ possiamo optare per una versione breve tipo /cat/ o altre varianti a piacere.
L’importanza del protocollo https
Ormai l’https è un protocollo che è quasi diventato obbligatorio, quindi dopo aver fatto installare il certificato SSL sul tuo server ricorda di aggiungere di modificare i link in https nella sezione “Impostazioni” —> “Generali”, dove trovi “Indirizzo WordPress (URL)” e “Indirizzo sito (URL)”.
Nel caso in cui il sito sia già online e che quindi abbia dei contenuti è bene usare un plugin che automaticamente va a fare una serie di operazioni quali:
- forzatura dell’https
- redirect 301 della versione http verso quella https
- search and replace completo di tutte le url esistenti sul sito da https a https
Personalmente mi trovo molto bene con Really Simple SSL.
In questo modo le pagine del nostro sito avranno il “lucchetto verde” vicino la barra degli indirizzi e non verranno segnalate come pericolose.
La velocità di caricamento del sito
Avere un sito veloce è una prerogativa SEO che ormai è diventata un vero e proprio “must”. WordPress ci permette di ottimizzare al meglio questo aspetto attraverso diversi plugin per la gestione della cache, per quanto mi riguarda il mio preferito in assoluto è WP-rocket, si tratta di un plugin premium, quindi a pagamento ma la facilità di gestione ed i risultati finali ottenuti sono unici, e posso dirlo dopo aver provato diversi tipi di alternative gratuite come ad esempio W3 Total cache.
Attraverso questi plugin per la cache avremo la possibilità di impostare alcune funzioni molto utili come:
- Lazyload: attraverso questa impostazione ogni tipo di immagine, iframe o video verrà caricata solo nel momento in cui sarà visibili nello schermo dell’utente (o quando staranno per essere visibili). Questo permette di risparmiare diverse richieste http e quindi di ridurre il tempo di caricamento di una pagina.
- Caching: la possibilità di abilitare diversi tipi di cache da quella generale, a quelle più specifiche solo per dispositivi mobili, per utenti loggati, per le emoji e sarà possibile definire la durata della cache e quindi ogni quanto verrà svuotata.
- Minificare i file: che si tratti di file HTML, CSS o JS, questi verranno puliti di commenti e spazi, in modo tale da allegerirli e facilitarne il caricamento da parte del browser
- Combinare i file: praticamente verranno uniti in un unico (o tanti piccoli file) tutti i CSS, JS e Google Font. In questo caso non è detto che concatenare tutto in un unico file sia sempre la soluzione migliore, in quanto i browser possono scaricare più velocemente 8 file piccoli, che 2 file grandi.
- Rimuovere le query string: se alcuni file hanno la query di versione ad esempio style.css?ver=1.0 questa verrà rimossa, ed il valore in gtmetrix (noto strumento per misurare la velocità di un sito salirà)
- Integrazione con un CDN: si tratta della possibilità di integrare il nostro sito WordPress con un Content Delivery Network, ovvero un sistema in grado di restituire risorse che non variano mai, ad esempio un immagine, in funzione della località da cui viene visitato il sito. A seconda di quest’ultima verrà restituita l’immagine a partire da un server il più vicino possibile alla località da cui naviga l’utente riducendo così i tempi di caricamento.
Queste sono solo alcune delle principali opzioni che un plugin di cache di permette di attivare sul nostro sito wordpress, ogni plugin poi ha le sue specifiche ed impostazioni specifiche in questo articolo volevo dare una visione d’insieme che accomuna comunque diversi plugin.
La scelta del template
Il repository dei temi wordpress è immenso, esistono marketplace come themeforest dove veramente è possibile sbizzarrirsi alla grande per la scelta della veste grafica del nostro sito in wordpress, tutto sommato un buon template in ottica SEO deve avere determinate caratteristiche quali:
- Responsive: il tema deve adattarsi al meglio a seconda del dispositivo di navigazione, sia esso desktop, tablet o mobile.
- Struttura headline. Una grossa pecca che ho notato in diversi temi, in tanti anni di worpress, è che alcuni restituiscono delle headline in malo modo, magari mettendo il logo dentro un tag h1 o restituendo i titoli delle pagine/articoli con headline secondarie h2,h3,ecc, quando l’ideale sarebbe appunto l’h1. Ovviamente se trovi un tema che ti piace ma non rispetta queste caratteristiche fare queste semplici customizzazioni è alla portata di chiunque.
- Microdata: è da parecchio tempo ormai che uso solo template che nativamente incorporano dei microdata al loro interno, ad esempio quelli di schema.org. Ovviamente si possono inserire anche secondariamente ma il lavoro richiede comunque delle competenze di sviluppo web più profonde.
Personalmente non amo temi che integrano al loro interno dei visual builder di tipo drag and drop, questi sono sicuramente utili a chi è alle prime armi, ma a livello di codice vanno a sporcare parecchio e ad appesantire notevolmente il tutto.
Plugin per la SEO di WordPress
Riguardo i plugin SEO anche qui se facciamo delle ricerche ne troveremo diversi, senza dubbio il migliore, a mio avviso, è WordPress SEO by Yoast. Senza entrare nello specifico del singolo plugin vediamo le funzioni che non devono assolutamente mancare indipendentemente dalla scelta.
- Riscrittura del tag title: questa funzione ci permette di riscrivere i title delle pagine/articoli che compongono il nostro sito, personalmente non vado mai a riscrivere questi title, salvo per la homepage.
- Riscrituttura del metatag description: questa funzione è utile per mostrare un messaggio personalizzato nella descrizione che compare nello snippet in SERP.
- Possibilità di impostare no-index: se abbiamo delle pagine che non vogliamo che vengano indicizzate dal motore attraverso questa impostazione potremo dare tale direttiva.
- Creazione sitemap XML: si tratta di uno strumento utile per dare una mappa del sito a Google, una volta creata è bene segnalarla attraverso la Google Search Console.
Direi che per questo articolo abbiamo creato un’ampia guida su come ottimizzare al meglio WordPress in ottica SEO, come sempre per domande, dubbi o integrazioni, puoi lasciare un commento qui sotto.