La migrazione di un sito è un momento molto delicato che rischia di far perdere molto traffico. Ma cosa si può dare lato SEO per evitare che ciò accada e fare una migrazione felice? In questo articolo abbiamo raccolto l’essenziale di una guida creata apposta sull’argomento da Search Engine Land, non si può davvero perderla.

Guida pratica per migrazione di un sito

Poche cose possono letteralmente distruggere la performance di un sito in fatto di risultati di ricerca più di una migrazione mal fatta.

Cambiare il proprio nome a dominio o implementare l’HTTPS può essere un passo importante per il proprio business, quindi se non si tiene in considerazione come può reagire il motore di ricerca a questo cambiamento si ha quasi la certezza di subire un duro colpo in termini di traffico.

Di conseguenza è importante crearsi la propria “to do list” e controllare che tutto sia stato fato lato SEO per recuperare subito il proprio traffico e visibilità sul web.

I punti sono ben 24, quindi mettiti comodo e gustali fino all’ultimo perché questa guida è davvero completa.

1 – Considera se la migrazione è la scelta giusta

Comunque vada una migrazione risulterà sempre e comunque in una temporanea perdita di traffico. Google ha bisogno di tempo per comprendere cosa è accaduto e aggiornare l’indice correttamente.

Una migrazione compiuta in maniera accurata è in grado di mitigare la perdita di traffico e nel migliore dei casi Google tratterà il nuovo sito alla stregua di quello vecchio.

Ma questa è sempre la migliore delle ipotesi… In verità è che una migrazione offre davvero pochi se non nulli benefici lato SEO e non elimina eventuali penalizzazioni subite.

Quindi, quando è davvero necessario fare una migrazione?

  • Quando è necessario rilavorare il proprio Brand
  • Quando la migrazione genererà spinta e nuovi link
  • Quando il sito deve essere messo in HTTPS

2 – Usare una “SandBox”

Non fare mai una migrazione senza aver prima testato tutto su un test server. Verificare che i redirect funzionino correttamente, ed effettuare tutti i controlli in privato, prima di farli diventare pubblici.

Tentare di fare tutto in una volta senza fare dei test condurrà di certo a degli errori, e se gli sbagli sono piuttosto gravi, possono tenere fermo il tuo sito per settimane.

3 – Pianifica di migrare nei periodi di calma

Una migrazione ben monitorata non dovrebbe permanentemente influenzare il tuo traffico, il calo dovrebbe essere solo temporaneo. Per questa ragione è meglio fare la migrazione nei periodi di minore incidenza sulle visite al sito, nella parte dell’anno dove impatti di meno, sempre che ci sia stagionalità nelle performance del tuo sito.

Una migrazione poco prima o durante le vacanze è sempre una cattiva idea. Mentre l’obiettivo deve essere quello di evitare perdite di traffico, è importante fare in modo che se si perde traffico ciò accada quando gli affari vanno molto lentamente e non a Natale per dire.

4 – Check del sito con un crawler SEO

Una buona idea è anche usare un crawler SEO come Screaming Frog, e salvarlo per quando la migrazione sarà avvenuta.

Con questo sistema ci si può assicurare una lista completa delle URLs del tuo vecchio sito e si potrà controllare che nulla è andato perduto nel processo di migrazione. Si può usare questa opportunità anche per identificare gli errori del crawling sul tuo sito e i redirect che esistevano sul vecchio sito.

Bisogna assolutamente rimuovere o rimpiazzare tutti i link che puntano a una pagina 404 durante il processo di migrazione. Vanno poi aggiornati tutti link che puntano a pagine con redirect per fare in modo che puntino alla pagina finale.

Ricorda inoltre che un crawl del tuo sito potrebbe non identificare ogni singola pagina dello stesso. Se per esempio hai pagine che non sono linkate da altre pagine del tuo sito, queste non saranno mostrate nel tuo crawl.

Puoi però utilizzare i tuoi stessi dati e database per trovare queste pagine, ma se fosse impossibile puoi sempre trovarle con i dati di Google Analytics, oppure con un tool per analizzare i link come Ahrefs.

Se trovi qualsiasi “orphan page”, assicurati di aggiornare il sito e linkare a queste pagine durante la migrazione. Queste pagine difficilmente avranno traffico se non sono linkate da altre pagine del tuo sito.

5 – Confronta i dati Analytics

Fai una copia dei tuoi dati di Analytics, sarà così che confrontando i dati vecchi con quelli nuovi puoi capire come si sta evolvendo la tua situazione di traffico. Se ti accorgi che c’è stata una pedita di traffico, prendi i dati del tuo nuovo sito e confrontali direttamente con quelli vecchi.

In molti casi la perdita di traffico sarà isolata solo a certe pagine, invece di accadere in tutto il sito. Puoi anche cercare di prendere nota di quelle che sono le tue pagine più linkate attraverso ahrefs. Dopo la migrazione sarà importante monitorare queste pagine, se queste perdono traffico significa che l’autorità delle stesse non è stata ben trasferita da vecchio al nuovo sito.

6 – Mappa tutte le URLs cambiate

Dovresti dotarti di un foglio di lavoro con una lista di tutti i vecchi URLs e di quelli nuovi. In teoria durante la migrazione, tutte le vecchie pagine esistono sul nuovo sito. Ovviamente rimuovere una pagina rimuove anche la sua abilità di portare traffico.

Per di più perdere troppe pagine durante la migrazione può portare Google alla conclusione che il nuovo sito non è lo stesso di prima, causando perdita di posizionamento.

Inoltre in teoria l’architettura degli URLs dovrebbe essere identica a quella vecchia, a meno che tu non abbia un’ottima ragione per cambiarla. Se cambi l’architettura Google potrebbe vedere il tuo sito come qualcosa di completamente nuovo e diverso.

Fare la migrazione del sito e il cambio dell’architettura degli URL insieme ti porterà a non poter riconoscere da cosa dipende l’eventuale perdita di traffico.

7 – Aggiorna tutti i link interni

I link HTML sul tuo nuovo sito dovrebbero puntare al tuo nuovo sito e non al vecchio. Potrebbe sembrare ovvio, ma mentre sei nel mezzo del procedimento, potrebbe sembrarti molto invitante l’idea di lasciare inalterati i link, dato che avranno comunque un redirect al nuovo URL. Non lasciarti tentare.

A parte il caricamento sul server che può rallentare, i redirect potrebbero far calare il tuo PageRank. Il modo ideale di riscrivere i link è quello di effettuare un’operazione di ricerca e sostituzione sul tuo database. L’operazione dovrebbe essere svolta in modo tale che il nome a dominio venga aggiornato senza cambiare la struttura delle cartelle, (ammesso che tu stia mantenendo la struttura del sito inalterata).

Fai il tutto con la massima attenzione per fare in modo che solo il testo che contiene URL venga aggiornato.

8 – Canonicalizza automaticamente le nuove pagine

Verifica che la canonicalizzazione sul nuovo sito faccia riferimento al nuovo sito e non al vecchio. Canonicalizzare al vecchio sito potrebbe essere disastroso, in quanto potrebbe inibire l’indicizzazione del nuovo sito.

Si consiglia una canonicalizzazione automatica di tutte le pagine del nuovo sito, eccetto per le pagine che devono canonicalizzare un’altra pagina. In combinazione con i redirect questo suggerisce a Google che il nuovo sito è, in effetti, proprio quello vecchio.

9 – Risolvi problemi di contenuti duplicati

Diversi passi falsi durante la migrazione possono risultare in duplicati di contenuto. Sii consapevole di questo rischio e cerca di agire per evitarlo:

  • Se diverse versioni di un URL vengono pubblicate, ciò risulterà in contenuto duplicato. Se la canonicalizzazione automatica è stata scelta, dovrebbe evitare da sola questi errori. Ma è sempre meglio immettere le regole di redirect in .htaccess, per fare in modo che solo una versione della pagina sia accessibile.
  • Gli indirizzi Ip dovrebbero riinviare agli URL
  • Cerca cartelle che portano verso lo stesso contenuto, specialmente cartelle di default
  • Se il tuo sito ha una funzione di ricerca, fare in modo che la pagina dei risultati di ricerca sia in no index.

10 – Identifica e lavora su qualsiasi pagina rimossa

Come abbiamo detto è meglio evitare di rimuovere qualsiasi pagina durante la migrazione. Se qualche pagina semplicemente deve essere rimossa per scopi del brand, meglio fare come segue:

  • Fare una lista di tutte le pagine da rimuovere
  • Non fare redirect delle vecchie pagine al nuovo sito
  • Rimuovere tutti i link da queste pagine
  • Rimuovere le pagine dal vecchio sito e permettergli di fare redirect a un 404
  • Se c’è una pagina che possa sostituire quella vecchia fare un redirect e cambiare tutti i link che puntano alla nuova pagina. Questo però va fatto solo se la pagina che hai inserito al posto di quella vecchia ha lo stesso scopo di quella sostituita.
  • Non fare redirect della pagina rimossa verso la home page del sito. Se non c’è nessun rimpiazzo adeguato per la pagina, allora dovrà essere un 404. Il 404 è un errore solo se tu linki verso la pagina.

11 – Assicurati di inserire una pagina 404 personalizzata

Avere una pagina 404 personalizzata permette agli utenti di navigare facilmente il sito e trovare qualcosa di utile se finiscono su una pagina che non esiste più.

12 – Gestisci e invia la sitemap

Mantieni la tua vecchia sitemap nella search console di Google e aggiungi la sitemap nuova. Richeidere a Google di mandare il bot nella vecchia sitemap e scoprire i redirect è un buon modo per accelerare il processo.

13 – Mantieni Analytics pronto in ogni momento

Installa Google Analytics sul nuovo dominio e fa in modo che dunzioni bene prima di lanciare il sito per il pubblico. Meglio non avere dati importanti mancanti durante la transizione, è importante notare qualsiasi cambiamento nel traffico durante la migrazione.

14 – Fai un redirect per tutti i link cambiati

Come ricordato poco sopra, il modo ideale per organizzare i tuoi redirect è con una “espressione regolare” (regex) nel fil .htaccess del vecchio sito. L’espressione regex  dovrebbe semplicemente scambiare il tuo nome a dominio, o scambiare l’http con l’https se stai facendo una migrazione di SSL.

Per tutte le pagine per le quali questo è impossibile, hai bisogno di settare un redirect individuale. Assicurati però che questo non crei alcun conflitto con il tuo regex e che non produca alcuna catena di redirect.

Testa i tuoi redirect su un test server e verifica che non produca errori 404. SI consiglia di falro prima di mandare online il sito. Ricorda che quando i redirect vanno live il tuo sito è effettivamente stato migrato. Il tuo nuovo sito deve essere in perfette condizioni prima di impostare i redirect.

15 – Mantieni il controllo del vecchio dominio

A meno che lo scopo della migrazione non fosse quello di vendere il dominio originale, è fortemente raccomandabile di non perdere il controllo del vecchio dominio. In teoria il vecchio dominio dovrebbe fare redirect a quello nuovo. Se questi redirect sono perduti tutti i link in entrata guadagnati dal vecchio sito andrebbero perduti.

Alcuni professionisti di settore dicono che si può anche perdere il controllo del vecchio dominio una volta che Google ha smesso di indicizzarlo, ma per precauzione è sempre meglio evitare che ciò accada.

16 – Monitora il traffico, le performance e il posizionamento

Bisogna mantenere un occhio attento sul traffico sia quello organico sia quello proveniente dai link. Bisogna fare un check giornaliero o quanto meno settimanale dopo la migrazione. Se ci sono dei cambiamenti nel traffico, bisogna subito comparare i vecchi livelli di traffico di una pagina con quelli nuovi. Le pagine che hanno perso traffico devono essere controllate in quanto a problemi relativi ai link o ad errori di crawling.

È molto importante monitorare le pagine che ricevono più link, sia per autorità sia per link esterni. Queste sono le pagine principali del tuo sito e per le sue possibilità di posizionarsi bene, quindi i cambiamenti nelle performance di queste pagine sono indicativi, di quello che accade in tutto il sito.

Usa un tool come SEMrush per monitorare il tuo ranking per le keyword più importanti. In molti casi questo potrebbe suggerirti se sta succedendo qualcosa prima che un cambiamento nel traffico possa avvenire.

17 – Segna le date in Google Analytics

Usa Google Analytics per segnare date importanti durante la migrazione. Ti aiuterà a identificare la causa di qualsiasi problema che potresti incontrare durante il processo.

18 – Assicurati che la Search Console sia settata a dovere

Avrai bisogno di nuovi settaggi per la Search Console per il nuovo dominio. Verifica che tutto sia impostato per la giusta versione. Invia sia la nuova sia la vecchia sitemap per chiarire che il vecchjio sito ora reindirizza a quello nuovo.

Invia un cambio di indirizzo nella Seach Console, e richiedi a Google di verificare la sitemap, e utilizza “fetch as Google” per richiedere che il tuo nuovo sito venga indiciazzato. È incredibilmente importante verificare che tutti i tuoi redirect, canonicalizzazioni e link siano senza errori prima di fare questa operazione.

19 – Modifica a dovere le campagne PPC

Devi aggiornare le tue campagne PPC in modo tale che puntino al sito giusto. Se le tue campagne puntano al vecchio sito, l’attribuzione verrà perduta da Analytics a causa del redirect.

20 – Aggiorna tutte le altre piattaforme

Aggiorna tutti i tuoi profili sui social network, altri siti che possiedi, firme dei forum, e qualsiasi altra piattaforma che utilizzi, in modo tale che i link puntino al nuovo sito e non al vecchio.

21 – Controlla i tuoi link più importanti

Contatta i siti più importanti che ti linkano in modo tale da fargli sapere della migrazione, e suggeriscigli di aggiornare i link in modo tale che puntino al tuo nuovo sito. Non tutti lo faranno, ma quelli che lo faranno aiuteranno Google a riconoscere che la migrazione è avvenuta.

Non è consigliabile farlo con ogni singolo link, dato che questa procedura porterebbe via moltissimo tempo per molti siti, bisogna farlo solo per i link migliori.

22 – Monitora il conto delle tue pagine indicizzate

Google non indicizzerà tutte le pagine del tuo nuovo sito subito. Ma se il numero di pagine indicizzate non è lo stesso di quelle del vecchio sito dopo un mese, qualcosa è andato storto.

23 – Controlla eventuali 404 e redirect

Fai una ricerca nel nuovo sito per identificare eventuali 404 o 301.Tutti i link sul nuovo sito dovrebbero puntare direttamente a una pagina che funzioni. Gli errori 404 e 501 sono quelli più importanti da evitare e andrebbero controllati per primi.

Se esiste un adeguato rimpiazzo per un 404, si può fare in modo che il link punti direttamente verso la pagina sostituta, e verifica che un 301 sia disponibile per chiunque arrivi alla pagina mancante in qualsiasi altro modo.

Il secondo errore da evitare assolutamente è che ci siano link a pagine 301 che esistevano sul vecchio sito. Anche se questo riporta al nuovo sito, il caricamento sul server è davvero lento e linkare verso il vecchio sito conduce a una gran confusione. Meglio evitare che una cosa del genere accada.

24 – Fai un check dei tuoi vecchi URL

Usa Screaming Frog o un programma simile per fare un “crawl” dei tuoi vecchi URL. Assicurati di farlo su una lista di URL che hai creato prima della migrazione, e assicurati che quella lista includa anche tutti gli URL che non erano notabili attraverso l’invio di un crawler.

Verifica che tutti i vecchi URL indirizzino al nuovo sito. Non dovrebbero esserci errori 404 a meno che tu abbia rimosso una pagina durante la migrazione. Se dovessero esserci 404 verifica che non ci siano link a queste pagine. Se i 404 erano involontari, crea un redirect appropriato.

Controlla gli URL esterni per verificare che tutti i redirect siano funzionanti. Nessuno degli URL esterni dovrebbe condurre a un 301 o 404. Un 301 da URL esterno è indicativo di una catena di redirect e causa rallentamenti. Un redirect verso un 404 condurrà a una esperienza davvero frustrante per la tua utenza e potrebbe danneggiarti anche lato SEO.

Conclusioni

Se una migrazione viene condotta senza fare attenzione alla SEO, quasi sicuramente ci sarà una perdita di traffico nel processo.

Fin troppo spesso quando qualcuno ha bisogno di rivedere il proprio processo di migrazione ciò accade perché non si è tenuto conto di come il motore di ricerca avrebbe reagito a tale processo.

Quindi è importante ricordare questi 24 punti per fare una migrazione a dovere.

Se desideri consultare la fonte dell’articolo puoi farlo a questo link al sito di Search Engine Land.